Calcola le tue emissioni di CO2e
Il cambiamento climatico è sempre più percepito come una delle maggiori criticità ambientali dei nostri giorni. Corrispondentemente, molte politiche di responsabilità sociale ed ambientale premiano le aziende che hanno saputo correttamente individuare, monitorare e rendicontare le loro emissioni di gas ad effetto serra.
Il calcolo della Carbon Footprint attesta quella che è la totalità delle emissioni di gas ad effetto serra (GHG – GreenHouse Gases) necessaria per realizzare un prodotto o un processo. Le emissioni vengono calcolate con l’approccio tecnico del “ciclo di vita” per i prodotti e con un approccio di tipo analitico per i processi (cd. approccio “inventariale”).
Conoscere la propria “impronta climatica” è la condizione necessaria per adottare ulteriori politiche di contenimento e/o di compensazione delle proprie emissioni ma è soprattutto uno degli strumenti più efficaci ed attuali per attestare la vocazione e l’impegno sociale ed ambientale della tua azienda.
Il rinnovato Codice degli Appalti incentiva approcci e strumenti green. Molte Stazioni Appaltanti offrono un punteggio aggiuntivo nei Bandi di gara per le aziende che si dotano di queste valutazioni ambientali, rendendo il calcolo della Carbon Footprint un addizionale strumento di vantaggio competitivo.
Carbon Neutral o Carbon Zero?
Capire il percorso per arrivare alla neutralità climatica è il primo passo per capire come ridurre le emissioni.
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Il nostro intervento
Il primo passo è quello di effettuare una stima del quantitativo di gas nocivi prodotti necessari per la realizzazione di un prodotto o per lo svolgimento di un processo. Vanno analizzate e registrate le emissioni dei vari agenti inquinanti, quali ad esempio l’anidride carbonica, il metano, il protossido di azoto ed altri secondo la norma ISO 14067 o ISO 14064-1.
Per farlo sfruttiamo il servizio di calcolo della carbon footprint offerto da carbonfacile.it che ci permette di dare subito al cliente un primo calcolo delle emissioni di gas ad effetto serra.
Sulla base della stima ottenuta si decide insieme al cliente se proseguire nell’analisi con una maggiore accuratezza nella valutazione dei consumi, oppure procedere con l’estensione del calcolo a tutte le aree coinvolte nel processo o nell’organizzazione, per arrivare alla redazione di un documento approfondito da sottoporre all’ente terzo per ottenere la certificazione della carbon footprint.
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Vuoi calcolare e tenere monitorate le tue emissioni di gas serra? Sei un’azienda che ha a cuore il cambiamento climatico?
Cosa stai cercando? FAQ
Quali sono le norme internazionali su cui si basa la Carbon Footprint?
La certificazione Carbon Footprint di un prodotto e di una organizzazione è definita e rappresentata dalle normative internazionali ed in particolare da:
UNI EN ISO 14067:2018
Gas ad effetto serra – Impronta climatica dei prodotti (Carbon footprint dei prodotti) -Requisiti e linee guida per la quantificazione
UNI EN ISO 14064-1:2019.
Gas ad effetto serra – Parte 1: Specifiche e guida, al livello dell’organizzazione, per la quantificazione e la rendicontazione delle emissioni di gas ad effetto serra e della loro rimozione.
Che differenze ci sono tra le due norme’
La norma UNI EN ISO 14067:2018 specifica principi, requisiti e linee guida per la quantificazione e la rendicontazione dell’impronta climatica dei prodotti (Carbon Footprint dei Prodotti – CFP) conformemente alle norme internazionali sulla valutazione del ciclo di vita (Life Cycle Assessment – LCA): ISO 14040 e ISO 14044.
Sono specificati anche i requisiti e le linee guida per la quantificazione di una CFP parziale.
La compensazione delle emissioni di carbonio e la comunicazione delle informazioni relative a CFP o a CFP parziale sono al di fuori dello scopo e campo di applicazione della norma e vanno trattati separatamente, anche per quanto concerne l’impatto sociale o economico o altri aspetti ambientali e relativi impatti potenzialmente derivanti dal ciclo di vita di un prodotto.
La norma UNI EN ISO 14064-1:2019 specifica i principi e i requisiti, al livello dell’organizzazione, per la quantificazione e la rendicontazione delle emissioni di gas ad effetto serra (GHG) e della loro rimozione. Essa include i requisiti per la progettazione, lo sviluppo, la gestione, la rendicontazione e la verifica dell’inventario dei gas ad effetto serra di un’organizzazione.
Che rapporti ci sono con gli studi sul ciclo di vita (LCA)?
La norma UNI EN ISO 14064-1:2019 ha l’obiettivo di definire i principi e le linee guida per la quantificazione e la comunicazione dell’impronta di carbonio di un prodotto (CFP: Carbon FootPrint), coerentemente con gli standard internazionali relativi all’analisi del ciclo di vita.
Qual è la categoria d’impatto che viene considerata?
Entrambe le norme limitano il campo d’azione ad una singola categoria di impatto: il cambiamento climatico.
Come si misura la Carbon Footprint?
La misurazione del parametro Carbon Footprint per il prodotto si effettua sulla base dei dati di consumo forniti dall’azienda riferiti ad 1 annualità di produzione e si articola in fasi secondo un modello che viene sviluppato per la specifica realtà aziendale produttiva:
- Descrizione dell’organizzazione
- Descrizione del prodotto oggetto di analisi
- Unità funzionale e flusso di riferimento
- Definizione della metodologia per la quantificazione della Carbon Footprint
- Limitazioni, esclusioni e cutoff
- Confini di sistema
- Confine temporale
- Raccolta dei dati e struttura del modello
- Inventario dei gas ad effetto serra
- Qualità dei dati: precisione, rappresentatività, sensibilità e consulenza
- Interpretazione dei dati
- Verifica e certificazione completezza
Questa valutazione esprime la totalità delle emissioni di GHG (Greenhous Gases gas ad effetto serra) calcolate con approccio tecnico di “ciclo di vita”; infatti segue le procedure e i principi della LCA del prodotto, considerando tutti gli elementi in ingresso e in uscita nel processo produttivo compresa la fase di fine vita.
Quali sono i vantaggi?
La Certificazione Carbon Footprint consente alle aziende di distinguersi sul mercato e di ampliare le chance di successo, come ad esempio:
- aumentare le possibilità di partecipazione a bandi e gare d’appalto (particolare riferimento è rivolto al Green Public Procurement – Acquisti verdi delle PA).
- consentire l’accesso alle agevolazioni fiscali messe a disposizione delle aziende “ambientalmente più meritevoli”.
- creare le premesse per un aumento della “green reputation” aziendale e della sostenibilità ambientale dei propri prodotti e/o processi.
- condurre ad una riduzione delle emissioni, attraverso una ottimizzazione dei processi ed una riduzione di consumi e costi aziendali.
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