Consulenza Bilancio di Sostenibilità CSRD - Corporate Sustainability Reporting

Comunicare le proprie performance di carattere non finanziario e dimostrare i risultati raggiunti con responsabilità significa affrontare il tema della sostenibilità ambientale, sociale e di governance (Environment Social Governance) in modo serio e professionale ed evitare il rischio di greenwashing.

In quest’ottica, l’Unione Europea, a Dicembre 2022, ha pubblicato la nuova direttiva Corporate Sustainability Reporting (CSRD) che vuole contrastare il greenwashing. Rispetto alla precedente, la nuova direttiva amplia il proprio campo di applicazione passando da 6.000 a 49.000 aziende soggette all’obbligo di redigere un report di sostenibilità.

La CSRD implementa standard di rendicontazione non finanziaria obbligatori: gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS).

La stesura di un bilancio di sostenibilità aziendale si articola in quattro principali step:

  1. Definizione degli obiettivi di sviluppo sostenibile e del perimetro di analisi;
  2. Valutazione delle performance ambientali, sociali e di governance (ESG) e calcolo del rating ESG;
  3. Definizione dei temi ESG rilevanti (doppia materialità) tramite il coinvolgimento degli stakeholder e creazione della matrice di sostenibilità;
  4. Stesura del report di sostenibilità e comunicazione dei target ESG.

In merito alla valutazione delle performance ambientali risulta fondamentale l’utilizzo dell’approccio di Life Cycle Assessment (LCA) che si concretizza nell’analisi metodologica sia della flow chart di filiera in relazione ai confini organizzativi e operativi sia dei processi aziendali.

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Gli step del nostro intervento

L’intervento si suddivide in un arco temporale di 3 anni, durante i quali il progetto sarà suddiviso in una fase Preliminare, Esecutiva e infine Definitiva al fine di calibrare al meglio i dati che ogni anno si raccoglieranno.

  • Impostazione del sistema di rendicontazione delle informazioni quali-quantitative non finanziarie secondo gli standard di riferimento
  • Definizione dei temi materiali rilevanti per l’azienda tramite un questionario rivolto a stakeholder interni ed esterni attraverso il quale questi ultimi indicheranno la propria percezione rispetto a diversi temi di sostenibilità (cd. Materialità d’impatto).
  • Calcolo del parametro di Carbon Footprint di Organizzazione secondo GHG Protocol. L’azienda riceverà un documento di presentazione dei risultati quantitativi con grafici e commenti a supporto, spendibili all’interno del documento finale.
  • Calcolo degli indicatori KPI individuati in precedenza e predisposizione della matrice di Materialità d’Impatto
  • Impostazione e definizione della Materialità Finanziaria secondo la Direttiva CSRD, ovvero l’identificazione dei temi di sostenibilità che più impattano sul modello di business e sull’operatività dell’azienda, attribuendo a questi il rischio e la probabilità di accadimento.
  • Stesura del Bilancio di Sostenibilità completo
  • Progettazione grafica: preparazione proposta creativa, presentazione linee guida del design, impaginazione grafica, revisione, consegna del documento finale in formato PDF per uso digitale e stampa

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Le domande piu’ frequenti – FAQ

Quali sono le aziende che devono rispettare la CSRD?

Rispetto alla precedente normativa, a livello europeo si passerà da 11.600 a 49.000 imprese (quasi 7.000 solo in Italia) che saranno soggette all'obbligo di redigere un report di sostenibilità. Le variabili prese in considerazione sono legate alla dimensione dell'azienda e al fatturato.

A) Imprese europee di grandi dimensioni, ossia dovranno essere soddisfatti almeno due dei seguenti requisiti:

  • Più di 250 dipendenti (Media annuale)
  • Un fatturato netto superiore a 40 milioni di euro
  • Un attivo totale superiore a 25 milioni di euro

B) Imprese europee di medie dimensioni, ossia quelle per le quali dovranno essere soddisfatti due dei tre criteri:

  • Meno di 250 dipendenti
  • Meno di 40 milioni di fatturato netto
  • Meno di 20 milioni di euro di totale attivo

C) Imprese europee di piccole dimensioni, ossia quelle per le quali dovranno essere soddisfatti due dei tre criteri:

  • Meno di 50 dipendenti
  • Meno di 4 milioni di fatturato netto
  • Meno di 8 milioni di euro di totale attivo

D) Imprese europee considerate "micro imprese", saranno esentate se non superano di almeno due i seguenti tre criteri:

  • Numero medio dei dipendenti occupati durante l'esercizio: 10
  • Totale dello stato patrimoniale: euro 350.000
  • Ricavi netti delle vendite e delle prestazioni: euro 700.000

Quali sono le tempistiche di applicazione della CSRD?

Dal 2025 (anno fiscale 2024)

Le imprese attualmente soggette alla direttiva NFRD: imprese quotate, banche e assicurazioni considerate di grandi dimensioni.

Dal 2026 (anno fiscale 2025)

Le imprese non quotate di piccole e medie dimensioni.

Dal 2027 (anno fiscale 2026)

Le piccole e medie imprese quotate (escluse le microimprese), gli istituti di credito di piccole dimensioni non complessi e le imprese di assicurazioni dipendenti da un Gruppo.

Dal 2029 (anno fiscale 2028)

Le imprese e figlie succursali con capogruppo extra-UE, per le quali la capogruppo abbia generato in UE ricavi netti superiori a 150 milioni di euro per ciascuno degli ultimi due esercizi consecutivi e almeno:

  • un’imprese figlia soddisfi i requisiti dimensionali della CSRD o
  • una succursale abbia generato ricavi netti superiori a 40 milioni di euro nell’esercizio precedente

Che formato deve avere il Bilancio di Sostenibilità?

Il documento deve essere redatto secondo gli standard di rendicontazione ESRS (European Sustainability Reporting Standards) in particolare ESRS 1 (General Requirements) e ESRS 2 (General Disclosure) che descrivono in modo dettagliato l’approccio aziendale ai temi ambientali, come il cambiamento climatico (E1), l’inquinamento (E2), l’acqua e le risorse marine (E3), la biodiversità (E4), l’uso delle risorse nell’economia circolare (E5), ai temi sociali, come la forza lavoro (S1), i lavoratori nella catena del valore (S2), consumatori e utenti finali (S3), le comunità (S4), e infine la gestione aziendale (G1).

Dovrà essere redatto anche in formato digitale per essere accessibile tramite l’European Single Access Point (ESAP). L’adozione di standard permetterà la comparabilità dei dati tra aziende.

L’obiettivo è quello di allineare gli ESRS agli standard di rendicontazione di sostenibilità già esistenti, come quelli della Global Reporting Initiative (GRI), del Sustainability Accounting Standards Board (SASB), dalla EU Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR), del Carbon Disclosure Project (CDP) e altri. Alcuni di questi standard, per la parte di calcolo della propria impronta ambientale, fanno anche riferimento al GreenHouseGas Protocol (GHG).

Più nel dettaglio, un esempio di alcune categorie per la parte ambientale includono le emissioni Scope 1 e 2*, i rischi climatici, l’inquinamento, la biodiversità e gli impatti sugli ecosistemi), Sociale (Es. Pari Opportunità e diversità, Salute e Sicurezza nel posto di lavoro, Diritti umani), Governance (Es. Diversità del consiglio di amministrazione, Etica e corruzione, Coinvolgimento degli stakeholder), Trasversalità (Es. Principi generali, strategia, governance e valutazione di materialità)

Il report dovrà indicare in modo trasparente e completo, una serie di dati di consumo come quelli di acqua ed energia, dati sulle emissioni di gas serra, sull’inquinamento, e dati su molti aspetti sociali come le informazioni sul personale, la retribuzione, la parità di genere.

Che cosa si intende per “Doppia materialità”?

Con "Double materiality" si intende l’identificazione da parte dell’azienda di tutte le aree (ambientale, sociale, governance) sulle quali ha un impatto “rilevante” o “significativo” e allo stesso tempo quelle a cui è esposta, sia in termini di opportunità sia in termini di rischi. In gergo sono chiamati impatti verso l’ambiente esterno all’azienda (Outward impact) e impatti sull’azienda stessa (Inward Impact) e rappresentano le due prospettive su cui valutare l’operato di un’azienda. Per soddisfare i requisiti della CSRD, le organizzazioni dovranno dichiarare leloro strategie per la gestione dei rischi e per le opportunità ambientali e sociali e spiegare l’influenza che tali questioni avranno sull’organizzazione sia dal punto di vista finanziario che da quello dell’impatto. Il tutto supportato da una solida base di dati verificabili. Alcuni esempi di outward impact includono:

  • L’utilizzo di energia rinnovabile: un’organizzazione può utilizzare energia solare per alimentare le proprie sedi o i propri uffici per ridurre l’impatto ambientale.
  • La riduzione dei rifiuti: un’organizzazione può ridurre la quantità di rifiuti prodotti attraverso la raccolta differenziata, il riciclo e il compostaggio.
  • Il sostegno a cause sociali: un’organizzazione può sostenere cause sociali, come la protezione dell’ambiente, la solidarietà internazionale o l’inclusione sociale.
  • La creazione di opportunità di lavoro: un’organizzazione può creare opportunità di lavoro per le persone in difficoltà, come i giovani, le donne o le persone con disabilità.

In termini di impatti negativi e positivi che un’organizzazione ha su se stessa, sui propri dipendenti, sulla propria cultura e sui propri processi. (Inward impact)

Alcuni esempi di inward impact includono:

  • La salute e la sicurezza dei dipendenti: un’organizzazione che investe nella prevenzione di malattie sul lavoro e sulla sicurezza dei propri dipendenti crea un ambiente di lavoro più sicuro e produttivo.
  • L’equilibrio tra lavoro e vita privata: un’organizzazione che offre ai propri dipendenti orari di lavoro flessibili o un piano di welfare aziendale può aiutare a migliorare l’equilibrio tra lavoro e vita privata e a ridurre lo stress.
  • L’inclusione e la diversità: un’organizzazione che promuove l’inclusione e la diversità crea un ambiente di lavoro più accogliente e produttivo per tutti i dipendenti.
  • La cultura aziendale: una cultura aziendale positiva e inclusiva può contribuire a migliorare la motivazione e il coinvolgimento dei dipendenti.
  • I processi aziendali: processi aziendali efficienti e responsabili possono contribuire a ridurre i costi e a migliorare l’impatto ambientale dell’organizzazione.

Inoltre le informazioni sulla sostenibilità devono essere di alta qualità (ad esempio rappresentazione veritiera, comparabilità, verificabilità, ecc.).

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