La storica conceria Piero Presot, fornitrice ufficiale di cuoio per gli scarponi della spedizione italiana al K2 nel 1954, ottiene la certificazione UNI 11427 che definisce i criteri per la produzione di cuoio a ridotto impatto ambientale detto anche cuoio “ecologico”o “ecopelle”.
Siamo nel 1933, e a Porcia, in provincia di Pordenone, a due passi dal castello e dal Lago della Burida, nasce la concia del cuoio al vegetale.
Presot mise la materia prima a disposizione del calzaturificio Giuseppe Garbuio di Montebelluna. Trentacinque paia di scarpe pesanti e termiche a cui se ne aggiunsero altre 40 per l’avvicinamento e circa 100 da fornire agli sherpa. Il tutto fornito in maniera gratuita, in cambio del proprio nome scritto sui libri di storia e dell’alpinismo mondiale.
Da allora, Conceria Presot ha fatto un lungo percorso e oggi è un’azienda dinamica e moderna. “Il nostro obiettivo è quello di limitare sempre più l’impatto ambientale e già oggi l’85% dell’energia che utilizziamo proviene da fonti rinnovabili – spiega a Il Gazzettino Eugenia Presot – e il 100% dei residui della lavorazione viene valorizzato in altri cicli produttivi. Siamo un’azienda a rifiuto zero“.
Abbiamo accompagnato l’azienda nel processo di certificazione affascinati dagli ambienti e dallo spirito che da quattro generazioni porta avanti l’attività rispettando materia,ambiente e persone.
Un’industria che fornisce cuoio per maison d’alta moda e che ha la sensibilità dell’arte nella sua natura.
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